FABER

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GIANBARDAMU
00venerdì 8 ottobre 2004 02:41
E’ emozionante e sorprendente come la grandezza delle cose a volte ti assalga.
Tutti, credo e spero, condividiamo la percezione di quanto sia stato grande e importante De Andrè.
Io, troppo preso da Gaber, non ho parlato spesso dell’altra grande colonna rappresentata da Faber.
Se mi sento più vicino a Gaber per motivi personali ma anche di emozioni e pensiero, non posso non ascoltare De Andrè, anche cose sentite mille volte, senza provare quei brividi che si provano solo di fronte alle cose “grandi”, ma grandi davvero.
Oggi nel visionare una videocassetta mi sono soffermato su una registrazione di Khorakanè, una canzone sui rom, da me ascoltata già migliaia di volte, che penso raggiunga vette di eccellenza indescrivibili. Io lo so esagero spesso, per costituzione e natura, però questa canzone mi pare perfetta o perlomeno oggi l’ho sentita così. Struttura, testo, significato, immagini, musica, linguaggio, vocalità; tutto concorre a un‘emozione da brividi, scandita dalla voce di Faber precisa, profonda, suggestiva pur nell’essenzialità. Ecco perché insieme a Gaber la musica che amo ascoltare di più è quella di De Andrè e non mi stanca riascoltare mille volte le stesse canzoni ed ogni volte l’emozione si rinnova e il pensiero si mette in moto.
I brividi di stasera mi hanno fatto bene, come ogni volta che mi soffermo ad ascoltare le sue canzoni e continuerei all’infinito. Grazie Faber, dovunque tu sia.[SM=g27817]

KHORAKHANE'
"a forza di essere vento"
di Fabrizio De Andrè

Il cuore rallenta la testa cammina
in quel pozzo di piscio e cemento
a quel campo strappato dal vento
a forza di essere vento

porto il nome di tutti i battesimi
ogni nome il sigillo di un lasciapassare
per un guado una terra una nuvola un canto
un diamante nascosto nel pane
per un solo dolcissimo umore del sangue
per la stessa ragione del viaggio viaggiare

Il cuore rallenta e la testa cammina
in un buio di giostre in disuso
qualche rom si è fermato italiano
come un rame a imbrunire su un muro

saper leggere il libro del mondo
con parole cangianti e nessuna scrittura
nei sentieri costretti in un palmo di mano
i segreti che fanno paura
finchè un uomo ti incontra e non si riconosce
e ogni terra si accende e si arrende la pace

i figli cadevano dal calendario
Yugoslavia Polonia Ungheria
i soldati prendevano tutti
e tutti buttavano via

e poi Mirka a San Giorgio di maggio
tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
e un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
e dagli occhi cadere

ora alzatevi spose bambine
che è venuto il tempo di andare
con le vene celesti dei polsi
anche oggi si va a caritare

e se questo vuol dire rubare
questo filo di pane tra miseria e sfortuna
allo specchio di questa kampina
ai miei occhi limpidi come un addio
lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca
il punto di vista di Dio

Cvava sero po tute
i kerava
jek sano ot mori
i taha jek jak kon kasta
vasu ti baro nebo
avi ker kon ovla so mutavia
kon ovla
ovla kon ascovi me gava palan ladi
me gava palan bura ot croiuti

(traduzione)
Poserò la testa sulla tua spalla
e farò un sogno di mare
e domani un fuoco di legna
perché l'aria azzurra diventi casa

chi sarà a raccontare
chi sarà
sarà chi rimane
io seguirò questo migrare
seguirò
questa corrente di ali

FABRIZIO DE ANDRE'


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