LA MIA MONTE GRAPPA CHALLENGE.... DUE ANNI DOPO
- Per giorni e per mesi... -
Una giornata perfetta. Era il 2012 e tutto, proprio tutto era stato come vivere una giornata da favola, ben oltre tutte le aspettative e le attese, che neanche il lieve rammarico della rinuncia al 3° versante "scippato" dalla nebbia e dall'imminente diluvio aveva minimamente potuto intaccare. Due giorni vissuti con una pienezza e un'euforia tali che ancora mi danno i brividi quando ci ripenso. E ci ho pensato, ci penso spesso.
E' per questo che al ripresentarsi di questa edizione, pur nella felicità per veder decollare di nuovo questo bellissimo evento, contenta soprattutto per
Ivan che, con l'aiuto delle sue splendide figliole e tutto lo staff di amici, decideva ripartire per non disperdere questo piccolo-grande miracolo che è la MGC, portavo in me la paura di non essere all'altezza di poter rivivere la gioia e la spensieratezza di due anni prima.
E forse è questo timore che non mi aveva dato nei mesi precedenti la grinta necessaria a cercarmi le salite più "cattive" e i dislivelli importanti in preparazione a questa giornata in cui al fisico bisogna chiedere tutto e anche un po' di più, ognuno secondo le proprie possibilità. Aggiungeteci poi l'idea (non proprio remota) che l'emozione avrebbe potuto giocarmi qualche brutto scherzo e che, invece di trasformarsi in sana adrenalina, avrebbe potuto sfociare platealmente in una delle mie temute "crisi da discesa", con attacchi d'ansia, vertigini e blocco da panico al momento di venire giù. Neanche tanto velatamente temevo la prima discesa dalla Cadorna più del Salto della Capra.
- Finalmente a Bassano, respiro l'aria da MGC e capisco.... di aver fatto la scelta giusta! -
E questi pensieri mi accompagnavano anche nel lungo e "movimentato" trasferimento da Genova a Bassano, che avevo deciso di anticipare al giovedì per una maggiore tranquillità, dal momento che il mio personale road-book prevedeva il trasbordo su quattro diversi treni.
Arrivata finalmente a Bassano in una calda giornata di sole e uno splendido cielo azzurro, ho subito avvisato
David "Carissimo, pensa che sono qui a Bassano e non c'è ancora una nuvola in cielo!!!".
"Si vede che non sei più quella di una volta, stai invecchiando e con te i tuoi poteri!". Ma credo che abbia cambiato idea quando la sera stessa dopo il tramonto si è scatenato sulla cittadina un furioso temporale che ce l'ha tirata per buona parte della notte.
Quando sono arrivata il cielo era così....
... poi deve essersi diffusa la notizia del mio arrivo in città
Il venerdì è stato tutto un crescendo: a pranzo una pizza con
David a cui si sono uniti
Piero e
Francesca appena arrivati da Valenza Po. Il pomeriggio alla Conca D'Oro col caloroso benvenuto di
Ivan (come fa a ricordarsi immediatamente i nomi e i volti di tutti?) e ritrovando
Gaia e
Giada cresciute e saldamente alla guida delle operazioni al banco iscrizioni, e infine ecco spuntare anche
Nicko: la magia della MGC stava abbattendo come un ariete tutti i miei dubbi degli ultimi mesi.
Questa è la MGC, questo è lo spirito della MGC: ti avvolge, ti coinvolge, ti contagia.
Dopo il passaggio in macchina con
Piero per arrivare alla Conca d'Oro, quello con
Nicola per tornare in centro a Bassano, la sera è stata la volta di
David ad accompagnarmi all'ormai tradizionale cena al Dalla Mena: WOW, neanche la Regina d'Inghilterra dispone di tanti autisti!!!
Con
Mirko è un altro piacevole momento d'incontro. Ci siamo tutti, alla tavolata si uniscono altri tre "grappini":
Barbara con un altro ragazzo e infine
Jorge, lo "storico" grappino danese che, arrivato in aereo, affronterà le arcigne salite del Grappa su una bici affittata, notevole esempio di tenacia e caparbietà. Peccato solo che parli un inglese con un accento per me incomprensibile: meno male che
Francesca gli fa da interprete, coinvolgendolo nelle nostre folli conversazioni: ma ve l'immaginate tradurre in inglese il SuperIannellus-pensiero?
Stupenda serata di allegra compagnia, e un grazie speciale a
David che, accompagnandomi in macchina avanti e indietro dal mio albergo, mi ha dato la possibilità di parteciparvi, oltre che l'occasione di scambiare quattro chiacchiere supplementari con una persona che unisce in maniera straordinaria l'atteggiamento goliardico a una rara schiettezza e profondità d'animo.
In attesa della cena
Piero & Mirko
Nicola & David
Jorge & Francesca
- Il grande giorno -
Ed ecco giunta la grande giornata. Sveglia alle 4:15, scendo a colazione, dove trovo altri tre "matti" come me: un sorriso appena abbozzato e un cenno del capo ad esprimere un solidale e reciproco in bocca al lupo.
Che sarà una calda giornata si capisce già dai 20°C del primo mattino. Il Ponte degli Alpini mi dà lo stesso brivido di due anni fa. Ci sono anche
Piero e
Barbara che mi salutano festosamente. Si parte. Mi aggancio ad un gruppetto di sconosciuti, concentrata nel "non fare danni", visto che non sono abituata a viaggiare in gruppo, e già sola coi miei pensieri.
Al primo punto di controllo la seconda sveglia, senz'altro molto più energizzante dopo quella del primo mattino: la contagiosa allegria di
Graziano, le sue ultime raccomandazioni
"Adesso cambia, che inizia la salita" e, conoscendo i dubbi che mi accompagnano da mesi,
"Non aver paura in discesa, fidati della bici, lasciala andare, ce la farai"; il festoso saluto di
Lorenza e quello vulcanico di
Raffaella. Non me ne andrei più, ma tant'è...
Piero al Ponte degli Alpini
La partenza è sempre uno dei momenti più emozionanti
Primo punto di controllo con Graziano, Raffaella & Lorenza
Io con Graziano. In cima al Grappa avrei voluto la foto insieme a David, ma il ragazzo è timido e me l'ha rifiutata!
Inizia la salita, un saluto volante a
Jack che mi supera ed è già il momento del Salto della Capra che mi vede ancora una volta (come nella scorsa edizione) percorrere a piedi i tratti più duri. Ma l'avevo già messo in conto, quindi nessun dramma, anzi, la piccola soddisfazione per aver resistito un poco di più prima della resa, anche grazie all'incitamento di un altro concorrente che affiancandomi mi esortava a non mollare:
"E' solo questione di equilibrio, nulla più, vai tranquilla", diceva lui... a me, però, pareva che oltre l'equilibrio occorresse anche qualcos'altro! Mi raggiunge
Barbara (che brava! Ma l'avevo intuito dai suoi racconti la sera prima) e facciamo insieme il tratto fino alla discesa della Valle delle Mure: la lascio andare avanti e io mi arrangio come posso lungo la stradicciola a serpentina che qualche problemino mi dà
, con l'unico sollievo che... tra poco si ricomincia a salire!
Lassù....
..... e laggiù
La prima è fatta! Ritrovo
Lorenza,
Raffaella e
David a riservarmi feste ed accoglienza come fossero lì solo per me ed il bello è vedere come sia così per chiunque giunga in cima. E' anche l'occasione per conoscere il mitico
Silvano/Parakito, elargitore su altro forum di preziosissimi consigli - da cui ho spesso tratto spunto - da randonneur, oggi in veste di fotografo: che dire di lui? Fa parte dell'Extra Strong Team, e questo spiega molto di che persona sia!
Arriva
Piero, che inizia la discesa prima di me. Adesso tocca a me, da sola.
"Fidati della bici", mi risuonano dentro le parole di
Graziano. La strada è bella, sufficientemente larga e scorrevole, vado giù senza problemi ed è un sollievo, il temuto "blocco" non si è verificato, scendere così E' BELLO... fosse sempre così!
Verso la metà rivedo
Piero che si era fermato incrociando
Francesca in salita: complimentissimi a lei per questo suo primo cimento!
Continuiamo la discesa io e lui. Adesso ho la "responsibilità" di avere
Piero dietro di me, vengo giù veloce sperando di non esibirmi in qualche spiacevole numero, che però si verifica puntualmente quando gli taglio malamente la strada sul gomito di un tornante destrorso: gli accidenti che elegantemente lui evita di mandarmi in maniera sonora (non oso pensare a quelli in silenzio..) me li mando io da sola.
David intento al "controllo qualità" del ristoro
Questa volta con la vulcanica Raffaella
Timbro, seconda salita. Semonzo. La ricordavo lunga, costante nella sua durezza, ma senza rampe spaccagambe, per questo più facilmente domabile secondo le mie caratteristiche. Ma la stanchezza inizia a farsi sentire e con questo la consapevolezza che sto per raggiungere il limite di quanto ho fatto quest'anno. Pedalo ancora insieme a
Piero, ma gli dò il via libera: non vorrei che lui, più in forze di me, facesse tanto di aspettarmi. Al punto controllo di metà salita mi fermo un poco di più a lungo e lo lascio andare, sapendo che non lo avrei più raggiunto.
Da Malga Camol in poi inizio a soffrire più del dovuto, ben più di due anni fa. Mi ricordavo questa seconda parte più dura, ma adesso non vado più avanti. Mi devo fermare ripetutamente, anche mangiando e bevendo non riesco a recuperare slancio. E' qui che capisco che anche questa volta la mia MGC si fermerà al secondo versante: due anni fa, molto più preparata fisicamente e senz'altro più forte psicologicamente, fu solo il maltempo a fermarmi. Questa volta capisco che non avrebbe senso affrontare la terza salita (e che salita!) con la prospettiva di fermarmi sfinita ogni 500 m. per trascinarmi fino in cima.
E' toccato a
Raffaella, su in cima, chiedermi se proseguivo o finivo qui la mia avventura e, vedendo quanto a malincuore optavo per concludere così, mi proponeva
"Pensaci ancora, mangia e tra un po' mi dici cosa hai deciso". Ma sarebbe stato inutile, avevo faticato troppo negli ultimi precedenti chilometri.
Mi sono trattenuta a lungo in cima: volevo respirare il più a lungo possibile l'atmosfera della MGC. La giornata era ancora lunga, perché mai avrei dovuto scendere subito? Ho salutato
Piero, che aveva
Francesca ad attenderlo in basso, ho parlato con
Nicko mentre si rifocillava, arrivato piuttosto provato dall'inferno arroventato di Seren, e che si apprestava a proseguire la sua avventura con Caupo, ho rivisto anche
Mirko, che non tradiva segno di stanchezza, e, prima di salutare definitivamente (per quest'anno!) Cima Grappa, sono riuscita "egoisticamente" a strappare per qualche minuto
Graziano dai suoi doveri di Extra Strong Team per due chiacchiere: giusto per non far credere a
David, come gli avevo detto la sera prima in macchina, che fosse lui da solo a valere il prezzo del biglietto Genova/Bassano.
Anche la seconda discesa scorre via senza problemi, e, giunta al pasta-party servito dai gentilissimi e allegri Alpini, di nuovo mi trattengo a lungo chiacchierando con i ragazzi che via via arrivano ai tavoli: volevo prolungare il più possibile la magia di questa giornata. E' in quel momento che mi arriva la telefonata di
Piero:
"Se vuoi ti vengo a prendere e ceni con noi anche stasera!" Detto, fatto. E lungo la strada superiamo e riconosciamo
Mirko che sta iniziando, con una pedalata elegante e per nulla affaticata, il suo 5° versante: nulla di più naturale fermarci ad incitare il "nostro"
Mirko e il piccolo drappello in cui pedalava.
Alla cena, oltre a
Piero e
Francesca, ho ritrovato
Jorge e poco dopo è giunto
Nicko, che anche quest'anno ha staccato il tagliando dei 4 versanti: che bellissima serata, di nuovo, questa volta condita dai freschi racconti di tutti noi!
La MGC è una nello spirito, ma ognuno ha la sua, personalissima, unica MGC.
Nicola si rifà dopo la durissima salita di Seren
Molto di più di un semplice pezzo di carta
La foto di Nicko intento a divorare il piatto di pasta a cena è ormai un classico, non poteva mancare!
Beh, chiudo qui... mi rendo conto che avrei da scrivere altrettanto, aggiungo solo che se non avessi partecipato a questa MGC, avrei fatto un grosso sbaglio.
Scontati i ringraziamenti a tutto l'
EXTRA STRONG TEAM, agli
ALPINI, ai
ragazzi della CONCA D'ORO, a tutti i
VOLONTARI che hanno partecipato a questa grande giornata.
Grazie a
IVAN, perché oltre a tutto quello che già conoscevamo di te, hai dimostrato anche il coraggio di voler
ripartire, a volte più grande di quello necessario per partire la prima volta, grazie a
PIERO per la disponibilità e la compagnia, un grazie speciale a
DAVID e
GRAZIANO, non sto a dire perché, loro lo sanno.
Alla prossima MaGiCa MGC!!!!!!!!!!
Elena
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Un'emozione in più è terra conquistata,
non possiamo chiedere certezze a questa vita (R.Z.)
E' il tempo, sai, che ci misura,
che ci fa uomini o soltanto frenesia (R.Z.)