Franco Bitossi, detto "Cuore matto" è stato tra i più leali ed amati assi del pedale. La sua combattività lo farà sempre ricordare come uno dei campioni che hanno reso popolare il ciclismo nel mondo.
Inizia la carriera di ciclista nel 1957 riportando ben 10 vittorie nella categoria di allievo. Dal 1959 al 1961 corre come dilettante riportando 21 vittorie. Dal 1961 al 1978 è uno dei maggiori corridori professionisti italiani, conseguendo in totale ben 171 vittorie.
Il soprannome di Cuore matto era dovuto a una fastidiosa aritmia, che lo ha spesso costretto a fermarsi in corsa, senza impedirgli tuttavia una carriera di altissimo livello, soprattutto nelle corse in salita, con un secondo posto al Mondiale.
Qualcuno ha sottolineato l'orgine psicosomatica delle crisi cardiache di Bitossi; secondo tale interpretazione, Bitossi aveva "paura" di vincere, e soffriva di palpitazioni in relazione a tale prospettiva. Come tale, Bitossi è stato definito non "un perdente" (tale non si potrebbe chiamare chi ha vinto 171 gare in carriera), ma un "non vincente", che ha fallito il traguardo più importante.Franco Bitossi agli inizi degli anni settanta è tra i più famosi ciclisti. Ma nel 1972 balza sulle cronache di tutto il mondo per lo sfortunato epilogo del campionato mondiale a Gap, in Francia.
Nei chilometri finali Bitossi era intesta alla corsa con altri sei corridori: Michele Dancelli, Marino Basso, Eddy Merckx, Cyrille Guimard, Joop Zoetemelk e Leif Mortensen. Gli italiani controllavano la gara, essendo Dancelli e Basso i due migliori velocisti del lotto. A quattro chilometri dall'arrivo, il francese Guimard provò una fuga e Bitossi lo seguì per marcarlo, visto che Guimard era pericoloso e veloce. Vedendo che Bitossi non collaborava alla fuga, Guimard rallentò.
In una intervista Bitossi ha poi ricordato quel momento. "Ero fresco perché stavo alla ruota del francese. Ho pensato: Merckx è un amico di Guimard e non si sta dannando per inseguirlo. Dancelli e Basso sono italiani e quindi non stanno inseguendo. Guimard è stanco. Solo Zoetemelk e Mortensen potrebbero opporsi, ma sono in minoranza".
Così Bitossi scattò e si sbarazzò facilmente di Guimard. A 1.300 metri dall'arrivo, il corridore azzurro si voltò e vide il gruppetto a 300 metri. Pensò di avercela fatta ma non aveva fatto i conti con il rettilineo finale. Intanto Zoetemelk, Guimard e Merckx lanciarono un inseguimento disperato. Bitossi si voltò a ripetizione e cambiò più volte rapporto nel tentativo di trovare la cadenza giusta, mentre il vento contrario ne rallentava ulteriormente la marcia.
Il resto è noto: Bitossi fu raggiunto proprio sul traguardo dal gruppo guidato dall'azzurro Marino Basso, che lo superò sulla linea lasciandogli l'amarezza della medaglia d'argento. Le vicende di quella giornata, e il coraggio comunque dimostrato, lo resero ancor più popolare ed amato fra gli appassionati di ciclismo.